Basket Follonica: interviste agli allenatori

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Facciamo il punto con i nostri tecnici
Iniziamo, sotto le feste natalizie, una panoramica con i nostri tecnici per fare un punto della situazione dopo alcuni mesi di attività iniziando con coach Claudio Pistolesi.
-Claudio, prima di tutto inizierei con un tuo riassunto cestistico sia come giocatore che allenatore: dove è cominciato la tua passione per il basket?
-- E’ iniziata relativamente tardi a circa 13 anni nel 1969 dato che prima il basket a Venturina non era presente ed io prima di quel periodo giocavo a calcio nel ruolo di portiere vista la mia altezza ma la cosa non mi entusiasmava tanto che alternavo questo sport anche con il tennis e la musica nella banda cittadina. Poi,come detto, con l’arrivo a Venturina di Piero Pieraccini,giocatore e tecnico di pallacanestro di Piombino, per motivi lavorativi iniziò grazie a lui la stagione del basket a Venturina al vecchio campo all’aperto e dopo aver provato alcune volte capii di aver trovato lo sport che avrei voluto fare per sempre.
-Quali sono stati i passi successivi?
--Fino al 1973 ho giocato nelle giovanili del Venturina poi nella stagione 1973-1974 dopo alcuni provini sono passato alla Juniores dell’allora Barcas Livorno, società scomparsa dopo alcuni anni ma nell’orbita Libertas dove passai nella stagione successiva restandovi sino al 1980, dove la mia vita cestistica è arrivata ad un bivio: avrei dovuto scegliere tra Reggio Calabria in serie B continuando la mia carriera semi-professionistica o giocare in C a Piombino con l’impiego alle Acciaierie e dato che era in previsione matrimonio e famiglia decisi per la seconda possibilità, scelta della quale non mi sono mai pentito. Ho giocato a Piombino per 2 anni per poi passare al Grosseto dove ho passato 5 anni stupendi poi 1 stagione a San Vincenzo ed infine gli ultimi 4 anni ho giocato a Venturina dove nel 1992 a 36 anni ho deciso di concludere la mia esperienza da giocatore. A partire dal 1982 ho iniziato anche ad allenare restando sempre nell’ambito del settore giovanile nelle società della nostra zona (Piombino, Venturina ,Follonica, Donoratico e Grosseto).
-Quindi quella attuale non è la tua prima esperienza a Follonica.
--Giusto, ho avuto un trascorso di 2 stagioni –in contemporanea con l’attività di giocatore e tecnico a Venturina- nell’ambito di un rapporto di collaborazione tra le 2 società negli anni 1988-89 e 89-90 assieme a Franco Del Viva che poi è rimasto molto più a lungo, a Follonica.
- Quali sono, secondo te, le specificità del basket a Follonica?
--Bè, ho trovato un ambiente diverso da quello della Valdicornia in quanto il Basket a Follonica è presente da molto meno tempo rispetto a quelle realtà, inoltre a Follonica oltre al calcio-come in tutti i posti- sono presenti 2 sport molto radicati come la pallamano e soprattutto l’hockey pista che in quelle realtà prima indicate non esistono e questo rende meno agevole il reclutamento e la conoscenza del basket. Inoltre la situazione logistica che ci impone di dovere dividere l’attività in 3 posti-Palagolfo, Liceo ed ex-Ilva di cui 2 in condominio con altre realtà (Palagolfo e Liceo) è un’altra criticità rispetto alle società che svolgono attività in un unico posto o al massimo 2 ma essendone gli unici fruitori o al massimo con un altro sport.
Devo dire però che in questa parte iniziale del mio secondo anno ho trovato una maggiore disponibilità all’impegno da parte di ragazzi e genitori con un maggiore entusiasmo per questo “viaggio sportivo” dei propri figli e delle proprie figlie il che mi fa ben sperare per il prossimo futuro.
A ridosso del Natale, ti senti di fare alcune considerazioni sui 2 gruppi che stai seguendo dallo scorso anno?
--Voglio precisare che, appunto, si tratta di considerazioni e non certo di un bilancio per il quale è giusto aspettare la fine di questa stagione: per quanto riguarda l’Under 13 che ha chiuso la prima fase al 5° su 9 squadre nel proprio girone con 4 vittorie e 4 sconfitte e con la prospettiva di una seconda fase dove incontreremo di nuovo Argentario, Gavorrano, Orbetello e Grosseto 2004 in un girone di andata e ritorno per ulteriori 8 gare, posso dire di aver visto rispetto allo scorso anno un deciso miglioramento tecnico con 3 ragazzi che potrebbero far parte della selezione provinciale 2003 e con gli altri che hanno fatto grossi passi avanti mentre sotto il profilo della tenuta mentale quando affrontiamo squadre di livello superiore al nostro tendiamo a mollare mentalmente e quindi su questo aspetto c’è ancora molto da lavorare. Proprio per questo motivo, dopo le vacanze natalizie, nelle quali continueremo ad allenarci, oltre agli impegni di campionato affronteremo in amichevole Piombino, Venturina, San Vincenzo, Donoratico e Cecina.
-Ti interrompo un attimo, da un punto di vista prettamente agonistico cosa pensi che la squadra possa dare nella seconda fase?
--Credo e spero che possa perlomeno ripetere le stesse prestazioni della prima fase contro squadre che abbiamo battuto, anche se ogni partita come si dice fa giustamente storia a sé cercando di arrivare al primo posto per accedere direttamente agli spareggi per le final eight della Coppa Primavera, o al secondo per centrare poi gli spareggi nelle ultime 2 gare ad orologio.
-Per quanto riguarda gli Esordienti, invece?
--Il gruppo dei 2004 con alcuni 2005, che vedeva in partenza un maggior numero di bambini e bambine con più anni di esperienza cestistica alle spalle rispetto ai 2003, quest'anno ’a visto l’ampliarsi del gruppo arrivando a quota 21 elementi che-se da un punto di vista strettamente numerico e della diffusione del basket a Follonica è sicuramente positivo- sul piano strettamente tecnico mi ha portato a dover riconsiderare il tipo di lavoro per consentire anche ai neo-arrivati al basket di potersi inserire gradualmente con il resto del gruppo, infatti una parte del gruppo 2004 effettua un’allenamento supplementare per cercare di migliorare il proprio bagaglio tecnico.
-Per entrambi i gruppi che tipo di obiettivo ti sei posto per la fine della stagione 2015-2016?
--Io credo che da entrambi i gruppi potremmo ritenerci soddisfatti come società se al temine di questa stagione tutti inostri e le nostre atlete avranno ottenuto un buon miglioramento non solo del loro sapere tecnico ma anche motorio, comportamentale e di presenza in campo “mentalizzati “ al 100% in quello che stanno facendo in quel preciso istante. Credo e concludo, che se è vero che vincendo ci si allena più volentieri, che l’obiettivo primario di un sttore giovanile di una società come l’ASD Follonica Basket che milita nella Promozione Regionale sia quello di riuscire a formare giocatori, possibilmente di livello ma innanzitutto per la propria prima squadra per rendersi autonoma sotto questo profilo dalle realtà vicine.
-Grazie della chiacchierata,Claudio.
--Ti ringrazio Alessandro, è stato un piacere e approfitto dell’occasione per augurare buone feste ed un buon 2016 a tutti gli atleti, atlete, le loro famiglie, ai tecnici e dirigenti della nostra società.

Facciamo il punto con i nostri tecnici: Gianni Bertolotti
-Gianni buonasera, non posso certo iniziare la nostra conversazione senza una tua adeguata presentazione.
-Quando hai iniziato a giocare a basket?
-- Ho iniziato piuttosto tardi, a 15 anni, anche se in quegli anni non era così inusuale anche Meneghin ha iniziato a quell’età.
-Ma prima dei tuoi 15 anni sino 1965 avevi praticato altri sports?
--Sì, certo avevo praticato calcio all’oratorio vicino alla Stazione Centrale, ciclismo, corsa e poi in quegli anni facevamo tantissima vita all’aperto in bici, a piedi, in campagna con gli amici e quindi avevo comunque, come si direbbe oggi, un buon “schema motorio di base” che mi ha consentito di apprendere velocemente i fondamentali della pallacanestro. Inoltre tieni conto che abitavo in una via accanto a quella resa celebre da Adriano Celentano …
-Via Gluck?
--Sì, proprio quella, dove ha continuato ad abitare la mamma di Celentano ed era una zona dove Milano finiva ed iniziava la campagna.
- Forse era presente anche una buona dose di talento naturale…..
--E’ possibile.
Dove e con chi hai iniziato a giocare a pallacanestro?
Nello stesso oratorio dove giocavo a calcio, nel 1965 sono arrivati dei canestri e dei palloni ed è stata messa su la squadra con il mio primo allenatore il Signor Bandini ed in questa squadra ho giocato sino a 19 anni negli allievi e poi negli Juniores. Lamia squadra, nel frattempo era diventata una società satellite della All’Onestà e nell’ultimo anno di Juniores tramite la collaborazione con la seconda squadra di Serie A di Milano venne ad allenarci quello che poi sarebbe diventato un affermato allenatore di Serie A negli anni ’70-’80 e ’90 e con la Nazionale Italiana Femminile che con lui ha ottenuto risultati mai raggiunti prima e neanche dopo, cioè Riccardo Sales.
-Fu lui a portarti a giocare in Serie A?
--Sì, dopo l’ultimo anno da Juniores con l’O.Sa (Opera Salesiani) fui portato in prima squadra in serie A dove iniziai la mia carriera professionistica nel 1969, terminata- a livello di Serie A nel 1987 a 37 a Trieste.
-In mezzo, credo, ci sia stato qualcosina: vuoi parlarcene?
--O.k, dopo un solo anno a Milano con All’Onestà vengo acquistato dalla Virtus Bologna dove ho giocato per 9 anni dal 1971 al 1980 divenendone anche il Capitano vincendo 3 scudetti nel 1976,1979 e 1980 ed una Coppa Italia nel 1974 venendo allenato per 3 anni da coach Dan Peterson. Nel 1980,per incompresioni tecniche con l’allora allenatore delle V nere Terry Driscoll passo all’altra squadra di Bologna la Fortitudo dando il mio contributo alla promozione in A/1, quindi 2 anni a Trieste poi nel 1983/84 gioco per una stagione a Roma al fianco di giocatori come Larry Wright, Clarence Kea e il gruppo di giocatori italiani, anzi romani come Polesello, Sbarra, Gilardi, Castellani, Solfrini, Valente nell’anno in cui, pur non giocando titolare in campionato riesco ad ottenere un’enorme soddisfazione vincendo a Ginevra contro il Barcellona la Coppa dei Campioni per 79-73 dopo aver battuto nel cammino il Maccabi Tel Aviv e il Bosna Sarajevo di un giovanissimo coach che avrebbe avuto qualche altra sodisfazione in carriera “Boscia” Tanjevic. ed infine di nuovo a Trieste per altri 3 anni, poi tra il 1988 e il 1992 4 anni a Piombino in Serie B dove nel 1992 inizio ad allenare per poi passare a San Vincenzo e Follonica sempre nel minibasket e in alcune occasioni con delle Under 13.
-Su questo aspetto finale poi vorrei ritornarci sopra, ma dopo la tua panoramica sulla tua carriera da giocatore nelle squadre di club vorrei farti una domanda anche sul tuo rapporto con la Nazionale, vuoi parlarcene?
-- Dopo alcune partite con la Nazionale Sperimentale, sono entrato nel giro della Nazionale A nel 1973 con gli Europei in Spagna dove arrivammo quinti risultato che ci escluse dai Mondiali del 1974 in Portorico, di nuovo agli Europei del 1975 in Jugoslavia dove ottenemmo la medaglia di bronzo e con un pizzico di fortuna in più avremmo potuto arrivare secondi.
-Perché?
--Bè, le partite perse nel girone finale con URSS e Cecoslovacchia entrambe di 4 punti avremmo potuto vincerle se alcuni piccoli episodi fossero girati in un altro modo.
-Arriviamo al 1976……
--Olimpiadi di Montreal, per arrivarci dovemmo qualificarci tramite un torneo europeo di qualificazione a maggio dello stesso anno a Edinburgo in Scozia e superammo Spagna, Grecia, Bulgaria, Israele e Polonia poi a Montreal disputammo una buona Olimpiade arrivando quinti con solo due sconfitte nel girone iniziale con USA e Jugoslavia che però ci preclusero la strada verso le medaglie ma comunque in totale vincemmo 5 partite con Cecoslovacchia, Portorico, Egitto, Australia e di nuovo la Cecoslovacchia per 98-75 nella finale per il quinto posto disputando probabilmente la miglior partita della nostra Olimpiade.
-Vuoi ricordarci chi fu il capocannoniere dell’Italia con 16.2 punti di media partita e chi erano i tuoi compagni di squadra?
--In quell’occasione fui io, ma il merito va diviso con tutta la squadra che era composta da Brumatti, Iellini, Recalcati, Vendemini, Della Fiori, Bariviera, Zanatta, Meneghin, Marzorati, Serafini, Bisson con allenatore Giancarlo Primo.
-Nel 1977 agli Europei in Belgio come andò?
-- Facemmo un girone di qualificazione per le semifinali strepitoso con 5 vittorie su 5 battendo anche l’URSS ma arriva scarichi alle 2 partite più importanti con Jugoslavia e Cecoslovacchia che ci batterono in maniera netta ed arrivammo quarti.
-Nel 1978, mondiali a Manila nelle Filippine e …..
--Disputammo un buonissimo mondiale arrivando quarti davanti a USA -che all’epoca disputava le competizioni internazionali con gli universitari- Canada, Australia e Cecoslovacchia ma purtroppo quel mondiale è rimasto famoso per la sconfitta per 86-85 nella finale per il terzo posto contro il Brasile di Oscar –che di lì a pochi anni sarebbe arrivato a Caserta- con il suo canestro da metà campo sulla sirena quando eravamo sopra di 1 (il tiro da 3 arriverà nel 1984 dopo le Olimpiadi di Los Angeles).
-Arriviamo agli altrettanto famosi Europei di Torino dove tutto l’ambiente si aspettava almeno una medaglia di bronzo, invece non andò così…
-- Già, probabilmente l’aspettativa che comunque una medaglia dovesse saltare fuori non ci fece bene e già nel gironcino dopo le 2 vittorie con Grecia e Belgio arrivò la prima sconfitta con la Cecoslovacchia poi nel girone per le medaglie nonostante le vittorie con Israele e Spagna le 2 sconfitte con Jugoslavia e URSS ci fecero scivolare al quinto posto anche se per un gioco di incastri di risultati se avessimo vinto l’ultima gara con i russi persa per 84-90, saremmo rimasti in corsa per le medaglie giocando la semifinale con Israele che era alla nostra portata.
-Quella manifestazione è stata la tua ultima apparizione in Nazionale,giusto?
--Sì, dopo il fallimento dell’Europeo di Torino ci vu un avvicendamento tecnico tra Giancarlo Primo e Sandro Gamba che portò anche in parte ad un cambiamento di scelte tecniche ma questo fa parte della vita di uno sportivo ed in fondo avevo avuto delle belle soddisfazioni in Nazionale.
-Torniamo alla tua seconda vita cestistica, quella di istruttore minibasket ed allenatore giovanile, perché questa scelta? In fondo avresti sicuramente potuto tentare la carta dell’allenatore di squadra Senior.
--Certo, ma ho sempre preferito il contatto con i ragazzini/e o meglio ancora i bambini/e dato che alla loro età la spontaneità ed entusiasmo per il gioco non è ancora “contaminato” da altre logiche che con l’età sopravvengono.
-Puoi riassumerci i tuoi trascorsi nel settore?
--Dal 1992 al 1995 a Piombino, poi un anno a San Vincenzo, quindi una prima esperienza a Follonica dal 1997 al 2001 poi dopo una pausa di alcuni anni per motivi familiari e personali sono ripartito dal 2006 qui a Follonica sino ad oggi.
-In molti pensano che fare basket a Follonica sia più complicato che da altre parti, che cosa ne pensi?
- In questo c’è sicuramente un fondo di verità per tutta una serie di motivi quali il doversi dividere su più spazi, il dover condividere questi spazi con altri sports, la tradizione maggiore dell’hockey pista e della pallamano ed ovviamente l’onnipresenza del calcio ma ciò nonostante quest’anno ho 3 gruppi di 20 bambini e bambine circa ciascuno quindi nonostante le difficoltà il reclutamento c’è e so che anche gli altri 2 gruppi del minibasket cioè Aquilotti ed Esordienti hanno buoni numeri per un totale di 100 miniatleti ed altri 50 tra U13,14,18 e Promozione.
-Quali differenze trovi nelle generazioni che ti sono e che ti stanno passando davanti?
--Purtroppo, ho notato un peggioramento costante, con le dovute eccezioni, non dico con quelli della mia generazione ma proprio in questi ultimi 20 anni a causa delle mutate condizioni sociali e delle famiglie che si riflettono anche sulla motricità dei bambini che vivono sempre meno all’aria aperta e sempre più in casa e con pochi contatti con gli altri coetanei, pertanto il minisport sostituisce in parte cio’ che altre generazioni facevano stando all’aperto con i propri compagni acquisendo capacità motorie di base che poi ti aiutavano nell’apprendimento dei fondamentali.
-Quali obiettivi ti sei posto con i tuoi 3 gruppi per quest’anno?
--Per i più grandicelli, gli scoiattoli del 2007-2008 oltre a continuare su un’aspetto ludico che non deve mai mancare e sulle capacità motorie di base, lavoreremo anche sui fondamentali di base (palleggio, passaggio, tiro e difesa individuale) e parteciperemo a dei concentramenti a Donoratico, San Vincenzo, Follonica, Grosseto, Orbetello, Porto Santo Stefano e Arcidosso per effettuare i primi confronti con bambini delle altre società mentre con i 2 gruppi più piccoli il “lavoro” sarà quasi l’obiettivo esclusivamente ludico con lo scopo di entusiasmarli al nostro sport e di creare senso di appartenenza al proprio gruppo e di coinvolgere altri bambini.
-Gianni, è stata una lunga e piacevole chiacchierata, grazie tanto!
--Altrettanto per me, alla prossima.

Facciamo il punto con i nostri tecnici
Oggi facciamo il punto con Fabrizio Salvadori tecnico del Follonica alla sua quarta stagione con la nostra società.
-Allora, Fabrizio, quando e dove è iniziata la tua passione per la pallacanestro?
-- A San Vincenzo nel 1963 a 9 anni ho iniziato a giocare nelle giovanili della squadra del mio paese al campo all’aperto vicino al Comune.
-Da quanto tempo era già presente la pallacanestro a San Vincenzo?
-- Da subito dopoguerra come lascito degli americani che avevano messo un campo nella pineta del Paradisino e nel 1948 era nata la prima società di basket.
-Quale è stata la tua trafila come giocatore?
-- Dai 9 ai 18 anni ho giocato nelle giovanili del San Vincenzo e nel 1972 passai al Duroplast Cecina in serie D dove ho giocato per 4 anni poi l’anno successivo di nuovo a San Vincenzo e nel 1978 passai dal campo alla panchina nei quadri tecnici sempre delle giovanili della squadra del mio paese e nel 1982-83 come allenatore della Promozione ma al termine della stagione dovetti, per motivi di lavoro, fermarmi con il basket restando nell’ambiente come semplice appassionato.
-E poi?
--Nel 2005 erano cambiate le mie situazioni lavorative e familiari e decise di ripartire con la “passionaccia” per il basket, dovetti rifare i corsi per poter riprendere la tessera di allenatore e ripartii da uno stage di 15 giorni poi diventato di 6 mesi alla Stella Azzurra Viterbo dove vincemmo l’U17 Regionale del Lazio e poi Piombino sino al 2008, dal 2009 al 2012 a San Vincenzo dove ho contribuito alla crescita di Mattia Venucci attuale play del Piombino in serie B e dal 2012 dopo una chiamata della Signora Cravotto a Follonica.
-Puoi dirci come è andata?
--Sono stato contattato telefonicamente e mi è stato proposto di entrare a far parte dei quadri tecnici del Basket Follonica con l’annata 2000 che avrebbe preso parte all’Under 13 ed ho deciso di accettare.
-Che esperienza è stata quella con il gruppo dei 2000?
--Ottima, sotto tutti i punti di vista. In merito ai risultati nella prima fase arrivammo terzi dietro Cecina e Venturina perdendo queste 4 gare tutte con scarti minimi e vincendo le altre 14 in maniera netta, poi nella seconda fase per la Coppa Toscana su 10 gare ne vincemmo 9 perdendo solo una a Lucca in una partita a dir poco burrascosa e con un sacco di episodi in campo che ribaltarono la nostra vittoria dell’andata di 7 con una sconfitta di 9 ed un tiro da 3 all’ultimo secondo finito sul ferro che ci escluse dalle final four di Coppa Toscana. Anche nel 3vs 3 arrivammo in finale a Firenze arrivammo terzi dietro Sancat Firenze e Mens Sana Siena.
- L’anno seguente però, pur rimanendo a Follonica hai cambiato gruppo. Perché?
--Purtroppo il gruppo dei 2000 era ottimo sotto il profilo agonistico ma estremamente ristretto sotto il profilo numerico, eravamo 11 in partenza poi a fine stagioni 2 componenti del gruppo per motivi di lavoro delle famiglie si sono trasferiti(una a Malta ed un altro in Friuli), 1 delle 2 ragazze presenti nel gruppo è andata in prestito a Piombino ed 1 ragazzino del 2001 ha deciso di cambiare sport, pertanto il gruppo era ristretto a 7 e non avendo l’annata 2001 di rincalzo era impossibile iniziare l’Under 14 con i 2000.
-E gli altri 7 ragazzi?
-- 2 sono andati in prestito a Venturina con l’Under 14 Elite mentre gli altri 5 furono aggregati all’Under 15.
-Nei 2 anni successivi hai avuto il gruppo dei 2002.Vuoi tracciare una tua riflessione?
--Ho trovato un gruppo molto più numeroso tanto che il primo anno sono arrivato ad avere anche 21 ragazzini (con 1 femmina),meno omogeneo per formazione cestistica con relativi problemi tecnici ma nel quale ho intravisto buone potenzialità tanto che dopo 2 anni di pochi successi e parecchie sconfitte, grazie al loro impegno e voglia di misurarsi questo anno, il mio terzo con loro, siamo secondi nel nostro girone U14 Regionale con diversi ragazzi interessanti in prospettiva e con gli altri che stanno continuando nel loro continuo percorso di miglioramento.
-Quest’anno hai avuto anche la conduzione tecnica dell’U18. Vuoi fare un piccolo punto della situazione anche di questo gruppo?
-- Ho trovato un gruppo di ragazzi innamorati del basket con il solo problema di essere soltanto in 11 con tutti i problemi che questo comporta a seguito di infortuni, malattie ed impegni scolastici o familiari che spesso ci impediscono di allenarci in 10 o che ci costringono ad andare alle partite con un organico molto, troppo ristretto visto che non avendo U16 o U15 non possiamo attingere a nessun altro gruppo per reintegrare gli assenti. Dopo la Befana, per la ripartenza del campionato dovremmo riessere ad organico completo e questo mi fa ben sperare per il resto della stagione.
-Qualche rammarico, sotto il profilo dei risultati?
--Sì, nel senso che probabilmente con una rosa più ampia o anche con la stessa e non falcidiati dalle assenze avremmo potuto giocarci fino alla fine l’accesso alla seconda fase riservato alle prime 4, no invece guardando appunto alla situazione di partenza e a quella creatasi con i ragazzi che in ogni gara hanno sempre dato tutto sotto ogni punto di vista.
-Per entrambi i gruppi, potresti dirti soddisfatto se a fine stagione…..
--Se ogni ragazzo avrà compiuto miglioramenti tecnici, agonistici, di presenza in campo, di concentrazione, di voglia di misurarsi e migliorarsi ecco a quel punto potei dirmi soddisfatto e a quel punto sarà possibile tracciare un bilancio anche strettamente agonistico dei 2 gruppi e dei singoli.
-A proposito di singoli, senza far nomi, vedi qualcuno in prospettiva per la prima squadra o anche qualcosa di più?
-Per quanto riguarda l’Under 14 è sicuramente più difficile anche se già in alcuni di loro si intravedono doti interessanti, vedremo con la crescita fisica e psicologica chi e quanti di loro manterranno eventuali promesse o magari chi in questo momento è in ritardo sotto uno o più aspetti potrebbe invece sbocciare in questo o nei prossimi 2 anni. Per l’Under 18 con ragazzi già più grande la risposta è già un po’ più semplice e penso di poter dire che alcuni di loro potranno trovare in un futuro non troppo lontano spazi in Promozione e qualcuno forse anche qualcosa in più, magari sempre con il Follonica. Per gli altri sarebbe comunque importante che al termine del percorso del settore giovanile (ancora 2-3 anni) sarebbe importante che restassero comunque nell’ambiente della società come tecnici, arbitri, dirigenti o semplici appassionati che in un futuro possano portare i loro figli o figlie a giocare a basket per non disperdere un prezioso “capitale umano”
-E’ quello che tutti ci auguriamo, Fabrizio. Grazie per la piacevole e interessante conversazione.
--Grazie a te. E’ stato un piacere.

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