Save Italian Racing a Follonica

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FOLLONICA. Cavalli in piazza. Davanti a tutti i municipi delle città che ospitano ippodromi in Italia. Ieri mattina in tutto lo Stivale, da Trieste a Torino passando per Follonica, Firenze e tutto il sud Italia, uomini e cavalli si sono dati appuntamento per consegnare agli amministratori locali un appello sottoscritto da tutto il comparto ippico nazionale e che è stato anche inviato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed alle più alte cariche dello Stato. L’ennesimo tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica e la macchina statale sulle gravi ripercussioni che la chiusura dell’ippica riverserà su oltre 50 mila lavoratori del settore.

A Follonica si sono dati appuntamento alcuni degli operatori di stanza all’ippodromo dei Pini: dipendenti, terminalisti, artieri, guidatori ed allenatori come Duccio Parenti, Sergio Orlandi e Pietro Raffa, tutti vestiti con la maglietta “Save Italian Racing” indossata ad Hong Konh da Frankie Dettori, guidati dal direttore dott. Vanni Parenti ed accompagnati da uno dei cavalli in allenamento all’ippodromo, l’8 anni baio Gandalf Rivarco. Una sessantina di persone che hanno incontrato davanti al palazzo comunale gli assessori Donatella Rapezzi ed Antonio Cetraro in rappresentanza del sindaco Eleonora Baldi assente per impegni istituzionali. “Ci impegniamo ad inserire all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale follonichese una mozione per appoggiare l’appello del comparto ippico – le parole dell’assessore Rapezzi - l’ippodromo rappresenta un importante settore lavorativo per il territorio che cercheremo assieme a voi di difendere.”

Il settore ippico rischia infatti il default a partire dal 1 gennaio, con le risorse destinate all’intero comparto in calo del 40%, rendendo impossibile la sopravvivenza di ippodromi, scuderie ed allevatori. Nella lettera inviata al sindaco, si chiede allo Stato di non avallare la distruzione di un’intera filiera, l’abbandono di centinaia di strutture e l’abbattimento di oltre 15 mila cavalli; lo Stato, secondo gli ippici, ha enormi responsabilità nella crisi del settore avendolo gestito tramite Aams ed Unire senza lasciare negli ultimi anni alcun potere decisionale alla filiera ippica. C’è insomma da salvare un patrimonio di lavoro, territorio, sport e cultura ultracentenario, non con un mero contributo ma con un oggettivo risarcimento dei danni provocati dalla politica di Aams.

Anche la Regione Toscana appoggia la lotta del comparto ippico: il vicepresidente regionale dott. Roberto Benedetti, ippico di lungo corso, è infatti primo firmatario di una mozione trasversale (Pd, Pdl, Sinistra e Verdi) che si fa carico di analizzare e monitorare la situazione predisponendo un piano di intervento mirato alla salvaguardia dei livelli occupazionali e del patrimonio sportivo toscani, oltre a sensibilizzare il coinvolgimento del Parlamento a tutela del settore.

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