Casuccio, un follonichese alla Dakar

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FOLLONICA. E' stata presentata dal sindaco di Follonica Andrea Benini la partecipazione del pilota follonichese Matteo Casuccio alla prossima Dakar 2015 in partenza da Buenos Aires il 3 gennaio. Una sfida che vede tutta la città di Follonica a fianco del centauro che dopo due anni di gare, allenamenti, ricerca di sponsor e peripezie varie finalmente vede nel mirino quello che è l'obiettivo sportivo di una vita.
"E' una grande sfida individuale - conferma il sindaco Benini - serve a fare i conti con se stessi, i propri dubbi, le proprie fragilità e le proprie sofferenze oltre che una sfida alle condizioni ambientali. Sarà una grande avventura collettiva e la città ci vuole essere, a fianco dell'unico atleta toscano alla Dakar. Importante sarà l'aspetto umano, il misurarsi fino al possibile, arrivare al bordo, una sfida che da modo anche di creare un interesse artistico restituendo alla città il docufilm che verrà realizzato dalla Dream Solution. L'auspicio è che ci sia supporto anche economico dal territorio, da parte nostra non possiamo che fare un enorme in bocca al lupo di tutta la città, siamo con Matteo e con la sua volontà di lanciarsi oltre i propri limiti, dimostrando quello che possiamo dare per noi stessi e la comunità."
Poi è Casuccio a spiegare la sua avventura. "Sulla carena porterò il logo del comune - spiega illustrando la Dakar - è la 7a edizione che si corre in Sud America fra Argentina Cile e Bolivia; 13 tappe per 9000 km, di cui 7-800 al giorno per ogni prova speciale. La prima è come fare Roma-Tolosa, la seconda è come fare Tolosa-Glasgow, la terza è analoga a Glasgow.Helsinki, poi mi sono fermato... Il numero di partecipanti è chiuso, la selezione è stata impegnativa sia sportivamente che logisticamente, gli organizzatori vogliono persone in grado di restare in sella per 15 giorni. Il percorso è iniziato 2 anni fa, ho fatto 2 prove mondiale cross country di cui una in Sardegna conclusa al 16° posto assoluto, primo dopo i pro. Alla Dakar saper andare in moto conta ma è una parte marginale, molti piloti sono veloci mai non l'hanno mai finita, tanti amatori invece si.L'avventura è nata dalla voglia di cimentarmi con me stesso, la Dakar non ha nulla a che vedere con quanto ho fatto fino ad oggi e per avventure come queste serve un sistema familiare e culturale che ti sostenga e ti appoggi in tutto. Speriamo sia solo l'inizio di una grande scuola motoristica follonichese. Ed anche gli intoppi hanno fatto parte di questo cammino: il 15 maggio sono stato iscritto ufficialmente alla Dakar, il 18 maggio mi sono rotto ginocchio, crociato, menisco e piatto tibiale con prognosi di 6 mesi che poi però un altro medico mi ha ridimensionato, il 25 maggio è stata rubata la moto da Genova, il 6 giugno sono andato in mobilità nel lavoro però non ho mai mollato anche grazie alla famiglia e adesso siamo qua."
Fra pochi giorni la moto (quella nuova acquistata la scorsa estate e quella rubata e poi ritrovata) partiranno da Le Havre in direzione Buenos Aires già in regime di parco chiuso, il 3 gennaio la passerella nella capitale argentina davanti a 1 milione di persone, poi dal 4 il via al raid vero e proprio. Col numero 150 sulla carena e la spinta di una regione intera.
Michele Nannini

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