La festa per Casuccio al rientro dopo la Dakar

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FOLLONICA. Festa a sorpresa ieri sera al Casello Idraulico per Matteo Casuccio, tornato in Italia la notte
scorsa da Buenos Aires dove ha concluso la Dakar 2015 al 59° posto. Amici, parenti, colleghi e supporter
hanno predisposto l’accoglienza al centauro del Golfo, salutato anche dal sindaco Andrea Benini, dal
vicesindaco Andrea Pecorini e dal vicepresidente del Motoclub Follonica Marcello Florini; festa a sorpresa,
si diceva, ma nemmeno poi più di tanto perché alla fine Casuccio qualcosa si era immaginato tanto da
entrare nel salone sommerso di applausi già con la medaglia della Dakar in mano.
“Anche solo il pre-Dakar è stata una avventura da raccontare – le parole del sindaco – aver completato il
raid è stata una prova di capacità, volontà e passione, sua e di chi ci ha creduto e lo ha sostenuto come la
famiglia, il motoclub e gli amici.”
Poi spazio a Matteo ed ai suoi racconti, durati ben oltre il tempo della festa. “La differenza con due mesi
fa sta tutta in questa medaglia – spiega il pilota del Golfo – significa molto, starà in tasca con me per tanto
tempo. Se siamo qua il merito non è solo mi ma di tutto il sistema che mi ha appoggiato, una Dakar non si
porta in fondo per un amatore come me se non c’è dietro un sistema culturale che ti appoggia, questa
medaglia andrebbe frantumata in mille granelli e divisa fra tutti quelli che mi hanno seguito. Il raid è
un’impresa che ti porta al limite massimo delle tue capacità, quello che hai lo spendi fino in fondo, è un
dialogo mentale continuo. Personalmente mi sono posto continui obiettivi parziali: dai primi 100 chilometri
di ogni tappa alla prima metà al termine di ogni tratto, ogni volta era un obiettivo raggiunto e questo mi ha
aiutato molto, perché poi alla sera quando scendi di moto inizia già il giorno successivo. La Dakar mi ha
insegnato che siamo fatti per resistere e la risorsa vera non sta solo nel fisico o nella preparazione ma
nella testa. Non ho mai guardato la classifica fino agli ultimi giorni e qualche volta ho pensato di non finire
la gara come a Copiapo quando con 10 minuti in più non avrei raggiunto il bivacco perché era già notte. O
nella tappa in Bolivia quando le saline mi hanno bloccato la moto per quattro volte e ho risolto grazie a un
sacco nero della spazzatura che mi ero messo addosso per combattere il freddo e che ho usato per
ricoprire i connettori della batteria. Infine la questione dell’arresto, strumentalizzata dai media cileni per
questioni politiche tanto che il prossimo anno la gara andrà in Perù e non in Cile.”
Ci riproverai? “Credo di no – conclude Casuccio – ho avuto la fortuna di fare la gara perfetta per la
preparazione che avevo e se tornassi sarebbe difficile anche solo confermarsi; se nel tempo potrò
dedicarmi più professionalmente al motociclismo allora potrebbe cambiare tutto, ma sarebbe
completamente un’altra gara ed un’altra esperienza.”
Michele Nannini

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