Stefano Turchi: è stato il mio Rally dei Faraoni più difficile

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Di Massimo Galletti

Grosseto. Per la pattuglia dei grossetani, la partecipazione al Rally dei Faraoni 2014 è stata più dura del previsto a causa delle alte temperature e dei terreni impegnativi, che i concorrenti hanno sofferto per tutte le tappe della manifestazione, tanto da costringere gli organizzatori ad annullare una prova, dopo avere percorso la bellezza di 2200 chilometri. La tappa più lunga è stata la seconda con più di 600 chilometri di cui 370 di prova speciale. Siamo partiti alle 6 del mattino. Abbiamo percorso 250 chilometri di trasferimento. Alle 11,00 è partita la speciale quando la temperatura toccava i 50 gradi – racconta il grossetano Stefano Turchi alla sua sesta esperienza nella competizione africana - E' stata durissima. Ci ho messo sei ore e sono arrivato al traguardo, completamente disidratato e sotto gli effetti di un colpo di calore, ma dopo una flebo alla tenda medica è passato tutto. Solo otto piloti in moto hanno terminato la prova e in tanti sono stati soccorsi già nella prima parte della speciale, oltre che per cadute legate alla stanchezza, anche per problemi di disidratazione. Mi sono tirato dietro anche un pilota visivamente in difficoltà per uscire dalla speciale. Comunque è stata una tappa bellissima con passaggi molto tecnici, ma le gare sono così. Se ti arrendi alle prime difficoltà è la fine. Questo però non ha impedito al maremmano di terminare il Rally dei Faraoni, primo nella categoria Veterani, secondo nella Open e sesto assoluto nella classifica generale. Nella quarta prova – prosegue Turchi - Ho soccorso un pilota, quello che poi ha vinto nella mia categoria, che a 10 chilometri dalla fine, mentre viaggiavamo insieme, è caduto e si è lussato una spalla. Mi sono fermato e l’ho rimessa a posto. Se non lo avessi visto, sarebbe rimasto a terra dolorante. Avrei anche potuto vincere, invece mi ha fatto piacere che abbia stretto i denti e nonostante fosse sotto l’effetto dei farmaci sia arrivato a vincere il rally. Per me questa esperienza era anche un banco di prova. La cosa più importante è che non sono mai caduto, non ho mai preso rischi, avendo comunque una buona velocità e costanza di rendimento. Dovevo verificare le mie possibilità dopo la brutta caduta in Marocco e quindi va benissimo così. Dei grossetani solo Luca Grechi e Tommaso Biondi, alla loro prima esperienza in questa manifestazione sono riusciti ad arrivare al Cairo. Tommaso ha chiuso alla terza posizione nella categoria Open. Unica nota negativa, l'abbandono alla seconda tappa dei due più esperti, Alfredo Procaccini e Giulio Napoli, che avrebbero dovuto e potuto trainare i novellini e invece sono tornati a casa anzi tempo. Sarebbe stato bello scattare una foto tutti insieme alle Piramidi. Chissà se ci saranno altre occasioni come questa – conclude un dispiaciuto Stefano Turchi. Massimo Galletti

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