Stefano Turchi in allenamento in Tunisia

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Di Massimo Galletti

Grosseto. Stefano Turchi il popolare centauro grossetano è tornato sui banchi di scuola, si fa per dire, dopo avere appena trascorso una settimana nel deserto della Tunisia, per riprendere confidenza con la moto e i terreni che dovrà affrontare nella prossima ed impegnativa Africa Eco Race.
Nell’occasione ha collaudato anche i nuovi completi personalizzati e ha sperimentato l’integrazione alimentare appositamente studiata per lui. Non era solo in questo allenamento, ma insieme con tutto il Team FreeRacing con il quale parteciperà alla gara, accompagnato dal filfio Andrea, al quale ha trasmesso, manco a dirlo, tutta la sua passione. Con il maremmano si sono ritrovati, quattro dei cinque piloti, che compongono il team ufficiale, sotto l’occhio attento del team manager Oscar Polli. Un vero professionista del settore. Turchi ha parlato anche delle sue impressioni alla fine del training di allenamento “Per ottenere dei risultati ci vuole una certa metodologia di allenamento, con sacrificio e disciplina. Se poi uno vuole può fare altre cose. Non manca certo chi ti porta in Tunisia una settimana, anzi ci puoi anche andare tranquillamente da solo con gli amici, ma questa è un'altra cosa” Non poteva mancare Fabio Zanone, il “super meccanico”, sempre gentile, disponibile e calmissimo, a curare e controllare tutti i mezzi minuziosamente. Alla fine un buon allenamento, un bivacco sotto le stelle, con una sistemazione logistica semplice. Sicuramente il deserto della Tunisia è quello che è, niente da paragonare con altri paesi Africani, ma dove attualmente non è possibile andare, o come il Marocco, che ti impone trasferte più lunghe, impegnative e costose. Rimane comunque, a prescindere, una perfetta palestra, a portata di mano, dove poter avere un primo contatto con il deserto e in particolare, dove potersi allenare nel modo migliore. Il programma cominciava alle 7.30 con risveglio muscolare e proseguiva poi con lezioni teoriche e pratiche di navigazione con Gps e Road Book, senza prima però, aver affrontato la giusta impostazione di guida sulla moto, cosa un po’ sconosciuta a tutti. Una conoscenza minuziosa dl territorio da parte di Polli che, con numerose soste, fatte per evidenziare e correggere gli errori riscontrati sul campo, poco prima, volta per volta, hanno ancora una volta migliorato il lavoro svolto .In alcuni giorni, sono stati percorsi anche più di 200 chilometri. Posizione di guida corretta, sia in piedi che seduti, colpo d’occhio sui passaggi da affrontare per evitare i punti più insidiosi, interpretazione del Road Book con una corretta evidenziazione dei simboli e dei particolari, padronanza nell’uso del Gps. Cose che solo un professionista come Oscar Polli, poteva trattare in modo così dettagliato e competente, anche perché, come un buon allenatore, ha diversificato la preparazione in base alle capacità degli atleti che si trovava di fronte, cercando di lavorare sui punti deboli di ognuno. Si è parlato anche un po’ di “setting” delle sospensioni, compreso lo scambio delle moto, per vedere le differenze.

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