Stefano Turchi cade all'Africa Eco Race. Ricoverato in ospedale in Marocco

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Di Massimo Galletti

Grosseto. Ultimo dell'anno tutto da dimenticare per il grossetano Stefano Turchi, vittima di un brutto incidente, mentre stava correndo da protagonista, l'Africa Eco Race 2013. Caduto nella terza tappa lungo le piste del Marocco. Il grossetano, si trova attualemente ricoverato nell'ospedale di Gulmine, con un forte trauma cranico e una clavicola incrinata, per la pesante botta riportata nell'incidente a circa 100 chilometri dall'arrivo di Icht dopo circa 525 chilometri di corsa. Il pilota della Ktm dovrebbe essere trasferito in Italia fra due giorni. I medici non concedono l'autorizzazione al rimpatrio, perchè devono ancora valutare le condizioni di Turchi, che immediatamente dopo la caduta è rimasto privo di conoscenza, e si è risvegliato nel momento in cui veniva soccorso dal pilota che si trovava dietro a lui attardato di alcuni chilometri. Stefano ci risponde ancora intontito dai farmaci e ancora non riesce a capire come sia caduto. “ Stava andando tutto bene” Commenta il centauro grossetano “ Dopo due tappe ero primo in classifica generale. Avevo condotto la gara controllando agevolemente i miei rivali più forti, arrivando primo, sia nello speciale, che al traguardo di tappa. Avevo ormai percorso circa tre quarti di tappa e l'arrivo era a circa cento chilometri, quando improvvisamente la moto mi è andata in avanti e dal quel momento non ricordo più niente. Mi hanno detto che non riprendevo conoscenza, fino a quando ho visto il pilota che era dietro di me chiamare il mio nome ripetutamente abbstanza preoccupato. Nel frattempo si sono attivati i soccorsi e dopo pochi minuti sono stato stabilizzato e in elicottero mi hanno trasferito qui a Gulime dove mi trovo attualmente” Come sono le sue condizioni di salute ? “ A parte l'incrinatura alla clavicola, ho ancora giramenti di testa e faccio fatica a stare in piedi. Penso che la botta sia stata fortissima, ma non me ne rendo conto. L'ho capito dai medici che mi hanno voluto tenere in osservazione, altrimenti sarei già tornato in Italia” Turchi prosegue pensando alla gara “ Sono deluso e demoralizzato. Ho investito tanto in questa corsa. Sia dal punto di vista personale che economico. Non andavo neanche troppo forte, per uno come me che è abituato a dare sempre tutto gas. Al contrario stavo risparmiando la moto e le energie per le tappe che mi attendevano in Mauritania e Senegal. La terza tappa era una di quelle meno impegnative. La partenza è su una buona pista che diventa rapidamente rocciosa ma facile da navigare fino a raggiunge un'oasi. La parte più difficile è l’ attraversamento del deserto di Chegaga, e il lago Iriqui è un avversario veramente difficile. Dal lago Iriqui fino all'arrivo, la pista è abbastanza veloce con ghiaia e rocce ma attenzione è difficile da navigare dove ci sono molte pietre. Si tratta di una pista tracciata molto faticosa a causa dei numerosi dossi e avvallamenti e proprio qui che sono caduto. Ho già tranquillizzato la mia famiglia. Ora ho solo voglia di tornare a casa” Conclude Turchi. Massimo Galletti

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