Post Scriptum di Stefano Rosini

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Oggi voglio parlare di quella norma che impone, nella lega pro, di schierare un gran numero di under in ogni squadra, rendendo disoccupati per tratto di penna un gran numero di calciatori che milionari non sono e non sono mai stati.
Molti giovani calciatori sono stati tagliati fuori da queste normative a 25-26 anni. Ci sono tanti esempi di giocatori esplosi a 27 anni, a volte segnare in un anno 15 gol ti cambia la vita. E poi ricordiamoci che sono dei lavoratori, che versano i contributi e queste normative li privano anche di ciò. Questa normativa non ha permesso nemmeno di accettare offerte più basse.
In Spagna e Germania ad esempio, a costo di non vincere per anni, hanno fatto una ristrutturazione totale del settore giovanile e ora questi ragazzi si ritrovano pronti a 18/19 anni. In Italia invece si schierano i giocatori solo perché le Società incassano i contributi e non si punta alla crescita dei giovani, tanto che nel giro di un anno o due “spariscono dalla circolazione”.
Il problema poi si pone anche per coloro che attualmente potrebbero trarre vantaggio da questa norma infatti, adesso hanno un contratto, ma tra qualche anno che fine faranno con queste regole? Verranno rottamati come tanti altri ragazzi?
Non è attraverso una riforma che si valorizza il giovane, la meritocrazia dev’essere alla base di tutto. I giovani vogliono giocare perchè lo meritano, non per una “regola”. Molti lavoratori dopo tanti anni di Serie B da protagonista hanno dovuto lasciare il professionismo, non per scelta personale o delle società ma per via dell’età “media”.
Il sistema di oggi è un tritacarne che serve alle Società per far cassa.
Non ci devono essere disoccupati forzati da norme sciagurate.
I settori giovanili della Lega Pro non sono valorizzati, oggi prende più soldi chi prende ragazzi altrove rispetto a chi fa crescere i ragazzi del proprio vivaio.

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