Post Scriptum di Stefano Rosini

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Sport e valore sociale: l'Amicizia.

Il mondo dello sport è un terreno idoneo allo sviluppo dell'amicizia: questa nasce dalla collaborazione tra i compagni di squadra, uniti nel raggiungere un fine comune. Spesso tra compagni e compagne di allenamento si stabiliscono vincoli destinati a durare nel tempo, in quanto affinità di interessi e di carattere consentono di apprezzare la presenza degli altri mentre ci si impegna e ci si diverte nel praticare uno sport che appassiona tanto.
Altre volte, invece, i ragazzi si avvicinano allo sport per poter stare con i coetanei del proprio paese o del proprio quartiere. In questo caso è l'amicizia stessa che fa da veicolo alla pratica sportiva, che coinvolge i ragazzi, trascinati da chi già pratica. Soprattutto nell'età della scuola elementare, i ragazzi e le ragazze cercano i loro amici e vogliono giocare nella stessa squadra. Quando, per diverse ragioni, si tenta di dividerli, questi possono rifiutarsi di continuare a giocare, proprio perché vengono a mancare la sicurezza ed il divertimento provati nello stare con i propri compagni abituali.
L'amicizia si estende però anche agli avversari, e non solo ai propri compagni di squadra. Infatti, anche negli sport più individuali, come ad esempio la corsa, l'altro non è solo un avversario da battere, ma è anche e soprattutto colui che ci offre degli stimoli, che ci impegna a gestire al meglio le nostre forze ed abilità, che ci sprona a dare il massimo e ad esprimere appieno le nostre potenzialità. L'altro, da questo punto di vista, è più un compagno di viaggio che un avversario nel senso stretto della parola. Diviene addirittura un elemento indispensabile per una piena esecuzione delle potenzialità individuali e della squadra, costringendo sia l'atleta singolo che tutto il gruppo a dare il meglio di sé e a raggiungere traguardi di prestazione che vanno spesso oltre i limiti espressi in allenamento.
Gli allenatori delle squadre giovanili, prima e dopo la gara, spesso invitano i propri ragazzi a gesti di amicizia nei confronti dei loro avversari e dei tecnici della squadra avversaria. In questo modo educano i loro allievi a considerare l'avversario in un contesto di maggiore lealtà ed umanità, utile a sminuire alcuni momenti di tensione che possono venirsi a creare durante la competizione.
Inoltre, l'amicizia va oltre il momento agonistico, in quanto dopo il gesto sportivo non ci si sente più avversari ma si dà spazio a discussioni circa lo svolgimento della gara o della sua preparazione, si parla di cose estranee allo sport, si rafforzano così dei legami di amicizia e si conosce l'uomo oltre che l'atleta.

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