Post Scriptum di Stefano Rosini

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L’argomento di questa settimana sono gli arbitri, giovani, novizi e tutto quello che ci gira intorno

Accadde non raramente che sia i genitori, gli allenatori (a volte gli stessi ragazzini),
vivano la partita come se si trattasse di sport professionistico. Le grida, gli
insulti, la mancanza di rispetto nei confronti dell'arbitro vanno in direzione
opposta rispetto all'obiettivo educativo dato, ma soprattutto impregnano il calcio di
valori inadeguati, valori che vengono assimilati in maniera incosciente dai giovani calciatori.
Aggiungo anche che, secondo me ,il fatto che i neo arbitri vadano ad arbitrare singolarmente non va bene.
Preferirei che qualche in qualche partita si esperimenti un arbitraggio doppio..
Sicuramente ci sarebbero problematiche di partite scoperte ma probabile che a forza di gare scoperte prima o poi qualche società si convinca che forse è meglio mandare i loro ragazzi a fare il corso da arbitri...certo che se però poi vengono abbandonati al singolo, il gatto torna a mangiarsi la coda..li si perde presto e diventa uno sforzo inutile.
Certamente i novizi arbitri vanno tutelati, parliamo di minorenni, un ragazzino è un ragazzino, non sai mai cosa ti può combinare e anche se vengono mandati ad arbitrare giocatori che sono più piccoli di lui, deve essere messo in conto che intorno a questa partita ruotano gli allenatori, i dirigenti, il pubblico. Obiettivamente non è che un corso da arbitri forma un arbitro perfetto.
Sarebbe giusto che la formazione degli arbitri fosse continua, magari con stages congiunti arbitri-società, e che gli arbitri fossero "costretti" ad allenarsi regolarmente.
Perchè non si può vedere arbitri di 16/17 anni o giù di lì che rimangono sempre staccati di metri e metri dal vivo del gioco perchè non hanno condizione fisica!
Certamente il doppio arbitro coprirebbe inizialmente anche questo problema
Ora io dico anche che mica tutti sono portati a fare l’arbitro e comunque spesso finisce che ,quelli diciamo “meno adatti”, smettono da soli.
Ricordiamoci sempre che questi arbitri sono ragazzi giovani che arbitrano per passione, per crescita personale, perché attratti dal rispetto delle regole; che sacrificano il proprio tempo libero, la famiglia, i weekend, mettendo dinanzi a tutto la passione per l’arbitraggio. Valori che settimanalmente vengono calpestati e sconfessati da pseudo dirigenti e pseudo calciatori in nome di un qualcosa che non esiste, in quanto lo sport è tutt’altro che violenza.
La cosa che mi fa più dispiacere è l’idea erronea che l'arbitro “non può sbagliare” e che se sbaglia “lo fa di proposito”.

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