Di Stefano Rosini
Ci siamo.
Terminata la stagione calcistica.... ed anche quest’anno, la situazione nelle varie categorie dilettantistiche è preoccupante: quante saranno le squadre che non si iscriveranno neanche in Seconda Categoria?
Partiamo dal pianeta dilettantistisco della serie D : non sarebbe meglio tagliarlo u restringendo notevolmente l’accesso in quelle superiori?
Voglio nuovamente prendere di esempio l'Inghilterra perchè fa da battistrada in maniera chiara e lampante: seria A, B, C1, C2, da un solo girone.
Ma il bello, nel regno d’oltremanica, avviene dalla quinta serie, la Conference, ovvero l’equivalente della nostra serie D ( da noi quarta serie): in Inghilterra è a girone unico mentre in Italia, se non erro, ci sono ben 9 gironi, spesso dagli abbinamenti pazzeschi, che alzano non di poco i costi di gestione delle squadre.
Esagerata la differenza tra la settima serie italiana e quella inglese. In Inghilterra 6 gironi Nazionali (un terzo in meno della nostra serie D), mentre da noi le Prime Categorie regionali sono bolge dantesche (nel Lazio nove i gironi).
La differenza è logica: mentre in Italia viene sostenuto un baraccone assurdo con centinaia di squadre anche in "alte" categorie dilettantische, in Inghilterra il dilettantismo viene trattato veramente con i guanti bianchi non per niente nei campionati minori, dove spesso girano anche squadre storiche, attirano talvolta migliaia di spettatori.
Continuando così il nostro dilettantismo resterà terra di nessuno, con costi alti, sproporzionati e spesso proibitivi, con troppe squadre, troppi egoismi locali con campionati dispersivi e poco appetibili.
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