Chi era Bruno Passalacqua ?

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Di Orazio Roggiapane

Il 28 maggio 2010 è stato inaugurato il campo sportivo di via Canada - via Australia destinato alla Nuova Grosseto Barbanella, a cui è stato dato un nome importante. Il nome di un grande cittadino grossetano, Bruno Passalacqua, che ha saputo emergere nello sport calcistico per le sue innate capacità manageriali diventando negli anni '60 il general manager dell' A.C..Milan.

Certamente i vecchi sportivi di Grosseto ricordano bene Bruno, ma le nuove generazioni che giocano oggi il Torneo sanno di giocare il Torneo Passalacqua, ma pochi sanno chi era e perché viene ricordato ogni anno con l'organizzazione del Torneo in sua memoria, che, grazie all'impegno ed alla dedizione dei dirigenti del Milan club, che porta il suo nome, è giunto alla 38^ edizione.

Bruno Passalacqua, grossetano, fu negli anni '50 il segretario dell'Unione Sportiva Grosseto, carica che mantenne fino al 1960 quando, in occasione delle Olimpiadi che si svolsero in quell'anno, conobbe Gipo Viani, allenatore della Nazionale Olimpica, che fu dislocata a Grosseto per le partite del campionato.

L'incontro con Gipo Viani, che era anche direttore tecnico del Milan, determinò la fortunata ascesa di Bruno Passalacqua verso la grande Società milanese.

Viani capì subito il talento del grossetano, se ne rese conto quando, su sua richiesta, Bruno preparò il contratto del passaggio di Schiaffino dal Milan alla Roma.

Viani, con il quale Bruno Passalacqua era stato incaricato dal Comitato Olimpico grossetano a collaborare, fu talmente impressionato dalla capacità, la precisione e la conoscenza perfetta delle regole Federali, che decise di portarlo a Milano con la nomina di segretario.

Bruno Passalacqua mise subito in atto le sue innate capacità manageriali e costruì, con l'assenso della società, la prima squadra italiana che vinse la Coppa dei Campioni nel 1963 battendo, nella finale, il Benefica di Eusebio.

Vinse il Milan per 2 a 1 con due reti del giovane brasiliano Altafini, che Passalacqua aveva portato a Milano insieme a Sani, Benitez e Mora, quest'ultimo arrivato al Milan dalla Juventus scambiato con Salvadore.

Furono anni di grandi successi tanto che assunse la carica di general manager della società, una figura nuova che lo stesso Passalacqua aveva ideato e portato a compimento.

Ma, nonostante i grandi successi, Bruno Passalacqua era rimasto legato alla sua Maremma ed alla sua vecchia società di calcio "il Grosseto", ed infatti negli anni '60 si debbono a lui gli arrivi di Zecchini, Zini, Avanzi, Tonoli, Magrini, Milan, giocatori che l'allenatore Vianello conosceva e che volle a Grosseto, grazie all'interessamento di Bruno.

Quella squadra vinse il campionato di serie C.

Nel 1966 l'alluvione tragica di Grosseto colpì anche la società calcistica. Andarono persi i corredi di maglie, pantaloncini e scarpe. Bruno Passalacqua inviò da Milano alcuni corredi completi ed il Grosseto giocò la seconda parte del campionato con le maglie bianche del Milan, proprio quelle della vittoria del 1963 in Coppa Campioni.

La morte tragica e improvvisa lo colse al culmine del successo a soli 47 anni e lasciò in costernazione non soltanto il calcio nazionale, ma anche quello internazionale. Il rimpianto per questo grande uomo di sport si manifestò proprio nelle esequie, che si svolsero a Grosseto, con l'arrivo, per dare l'estremo saluto a Bruno Passalacqua, di grandi campioni del mondo del calcio, giunsero corone di fiori da tutta Europa, tra le quali spiccava, oltre a quelle del Milan, e della maggiori squadre italiane, quella del Real Madrid.

Un giornalista, di un grande giornale di Milano dell'epoca, scrisse: "Il Milan è in lutto. L'intera famiglia del calcio Nazionale piange Bruno Passalacqua. Con Lui è scomparso uno dei pochi gentiluomini dei campi verdi: discreto, educato, appassionato, intelligente, attivissimo, ha rappresentato un punto fermo nella vita della società rossonera."

Giusto, allora, chiamare con il nome di Bruno Passalacqua il nuovo campo sportivo a perenne ricordo di questo straordinario uomo di sport, cosicché i ragazzi, che oggi si affacciano al calcio importante giocando questa prestigiosa Coppa, sappiano che giocano in onore di un grande uomo che è e resterà un ricordo indelebile per la Maremma.

 

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