PARTE LA TRANSAT CON SIMONE GESI

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LA ROCHELLE. Settantanove timonieri. Quattromiladuecentotrentasei miglia. L’Oceano Atlantico da attraversare. Da soli. E’ la Transat 6,50, la più solitaria delle traversate, una sfida che si ripete da diciotto edizioni e che prenderà il via questo pomeriggio domenica 25 settembre alle ore 17.17 dal porto di La Rochelle, incantevole cittadina capoluogo del dipartimento della Charente Maritime sulla costa ovest della Francia, per arrivare dopo più di 40 giorni di navigazione a Salvador de Bahia in Brasile. La pattuglia di concorrenti, otto gli italiani, vede per la seconda volta al via anche il follonichese Simone Gesi, istruttore del Gruppo Vela Lni, in mare con il suo “Dagadà – Spirito di Maremma” che ritenta la traversata dopo la sfortunata prova del 2009 quando una rottura dell’autopilota lo costrinse al ritiro dopo la prima tappa a Madeira.

Stavolta Gesi ed il comitato che lo sostiene hanno cercato di perfezionare ogni dettaglio, raggiungendo La Rochelle con un mese di anticipo e migliorando tutte le strutture della barca. “Anche gli ultimi controlli sono andati bene – conferma Gesi subito prima di cominciare l’avvicinamento al via della regata – quest’anno c’è stato un approccio molto più sereno, c’è stato più tempo per preparare la barca. Ieri (sabato) mi sono dedicato al riposo ed allo studio delle condizioni meteo, fondamentali per affrontare al meglio l’oceano.”

E le previsioni che cosa hanno suggerito? “Non sarà un gran che per i primi giorni – spiega Gesi – siamo in mezzo a due perturbazioni, troveremo poco vento e si andrà di bolina in una parte iniziale di regata molto tecnica. Ci sarà insomma da battagliare fin da subito, il vento di prua ci accompagnerà probabilmente fino a Cabo Finisterre all’estremo nord ovest della Spagna, poi speriamo che entri il vento da ovest ma ci sta di dover aspettare più di una settimana.”

Per sostenere Gesi sono arrivati una ventina di tifosi da Follonica, compresi i familiari ed i tecnici che lo hanno supportato negli ultimi 3 anni. “Il tifo c’è, sono contentissimo e si parte con fiducia anche se quando si affronta l’Atlantico non bisogna mai essere tranquilli. Rispetto al 2009 c’è un altro spirito, più preparazione, due autopiloti più quello di riserva, vele ed albero nuovi e barca che ha trascorso l’ultimo anno in cantiere. Diciamo che tutto il lavoro dalla nascita del comitato e dalla mia decisione di partecipare alla Transat si sta concretizzando in questa edizione, quella di due anni fa è stata una sorta di prova generale che però è stato giusto fare quando se ne è presentata l’occasione. Ogni regata ha la sua storia, non si può prevedere nulla prima, bisogna solo fare tutto il possibile e cercare di farlo bene.”

Da oggi fino all’arrivo a Salvador de Bahia ogni velista sarà solo con la sua barca, con i suoi strumenti e con gli appuntamenti radio fissati dall’organizzazione, uno alla mattina ed uno alla sera. Prima tappa a Funchal, isola di Madeira, con arrivo previsto in sette-dieci giorni a seconda delle condizioni meteo. Aggiornamenti in tempo reale sul sito http://www.charentemaritime-bahia.transat650.net/fr/.

Michele Nannini

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